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domenica 16 giugno 2013

Mais viola a Lima

Qualche mese fa sono andata a Lima, dove ho trovato questo mais che non avevo mai visto prima: il mais viola scuro, che si coltiva solamente nella Cordigliera delle Ande, in Perù, in Bolivia e in Argentina. Il suo consumo risale all'epoca precedente agli Inca, ma sono stati proprio loro a lasciare le prove del suo uso con le decorazioni del mais sulle ceramiche. Il colore viola, presente sia nei chicchi che nella corona, è dovuto a un colorante naturale molto buono per la salute, (il nome scientifico è Cianin-3-glucosa) ricco di antiossidanti e con molte proprietà medicinali, aiuta a ridurre il colesterolo, a mantenere la pressione  bassa ed contribuisce a combattere l’obesità e il diabete.

Mais viola

Con questo mais viola si fa la “chicha morada”, una bevanda tipica del Perù , che è molto rinfrescante. Si prepara tradizionalmente nella seguente maniera: si fa bollire il mais "morado" in acqua con scorza di ananas, mela cotogna, un pizzico di cannella e chiodi di garofano. Si scola e si lascia raffreddare per poi aggiungere zucchero e limone.

Chicha
Il viaggio in aereo  da Bogotá a Lima è veramente spettacolare. Inizia con una visione  panoramica sui Nevados colombiani, dove ci sono alcuni vulcani attivi e il fumo che sale al cielo sembra contribuire alla formazione delle nubi. La cordigliera delle Ande corre parallela alla rotta aerea fino a quando non si sorvola l' Amazzonia. È impressionante vedere la quantità di fiumi che ci sono e soprattutto l’immenso tappeto verde che è solo interrotto dai corsi d' acqua. Non si vedono né strade, né città, nulla. Soltanto alberi. 100% selva. E più tardi inizia un nuovo cambio, tornano le montagne e si passa vicinissimo all' imponente Huascaran (6.768 m).
Visitare Lima aiuta astimolare l'appetito in un paese realmente affascinante. E ancora di più se la città ti riceve con un tempo splendido ed un sole che normalmente non si fa vedere.
Ho approfittato della giornata per affittare una bicicletta (http://www.biketoursoflima.com/) e fare un giro per i quartieri di Miraflores, Barranco, San Isidro e Chorrillos. Per la prima volta in vita mia ho visto l’immenso Oceano Pacifico, che in questa zona si caratterizza per la presenza della corrente di Humboldt, un flusso di acque fredde che arrivano direttamente dall’Antartide.

Spiaggia del ferro di cavallo

Il centro di Lima invece l'ho girato a piedi. La Plaza de Armas è molto spettacolare, con quel barocco spagnolo presente dappertutto: dalle chiese dei diversi ordini religiosi, ai palazzi e alle case coloniali. La quantità di librerie e di piccoli bar... semplicemente bella. La città dei Re”, come l' ha battezzata Pizarro, (i cui resti mortali vanno e vengono per la città) tante volte distrutta e rinata e che ha tanti segreti nascosti in ogni angolo per il passaggio di tante culture diverse. Ed è piena di contrasti, dalla povertà dei quartieri popolari dove il deserto che circonda la città riempie le strade di sabbia e dove appena ci sono alberi, alla ricca vita di Miraflores o San Isidro, con i loro giardini colorati.



La gastronomia in Perù merita un discorso a parte. Il paese ha una riconosciuta fama a livello internazionale. Ha molti e buoni ristoranti di “haute cuisine”, e il menù è molto vario. Dal tradizionale ceviche-cebiche-seviche o come si vuole chiamare, ai frutti di mare, passando per i dolci o per la famosa “causa limeña” preparata con patate farinose, limoni, cipolle, uova sode, olive nere, peperoncini freschi, formaggio fresco, ají e sale.
In Perù la presenza italiana risale al XVI secolo, quando la corona spagnola aveva stretto accordi con alcuni stati italiani e partivano per l’America sopratutto marinai, pescatori e preti. Poco a poco, la comunità italiana iniziò ad aprire negozi, a darsi al commercio e a creare industrie tessili. I cognomi italiani si sono "spagnolizzati" ma si può ancora capire come siano stati una presenza importante nella storia del paese. I primi pompieri del paese, per esempio,  erano italiani e tuttora la stazione centrale dei pompieri si chiama “Garibaldi”. (www.peruan-ita.org/bomberos/mejia.htm).


La ricchezza della gastronomia peruviana è dovuta, tra le altre cose, al fatto di lasciare entrare i piatti stranieri che hanno portato in Perú i diversi popoli che sono arrivati qui. Dai “potajes” spagnoli ai piatti degli schiavi africani e alle ricette degli immigrati del XIX secolo, italiani, giapponesi e cinesi. Il riso “chufa”, per esempio, è un piatto che i cinesi hanno adattato al Perù. Si tratta di riso fritto con verdure, carne e frittata, e poi il tutto viene ripassato  nel wok. Per accompagnare e valorizzare la  cucina peruviana la cosa migliore è farsi servire un buon bicchiere di pisco.

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