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martedì 16 aprile 2013

Granadilla e Marcia per la Pace


La Granadilla fa parte della famiglia dei “frutti della passione”. La buccia è dura, grossa ed arancione. Per mangiarla bisogna darle un piccolo colpo in modo che la buccia si rompe. All’interno ha dei semi contenuti in una polpa dolce e gelatinosa, che si mangia con aiuto di un cucchiaio. Il sapore è dolce e i semi sono croccanti e commestibili.
Contiene moltissimi antiossidanti, tanta vitamina B1, B2 e C, potassio, calcio, fosforo, ferro e fibra. E’ utile per le infezioni alle vie urinarie, per l'asma, l'insonnia, aiuta contro il nervosismo ed  nella cicatrizzazione dell’ulcera.


 La settimana scorsa, il 9 di aprile, c'è stata la “Marcia per la Pace”, in appoggio al dialogo di pace per la soluzione del conflitto armato che è in corso a l’Avana, a Cuba, tra il Governo colombiano e la guerriglia dalle Farc. Oltre un milione di persone hanno percorso le principali strade di Bogotá, secondo gli organizzatori, mentre i dati del “Fondo de Prevención y Atención de Emergencias” parlano di circa novantamila. La marcia è stata indetta dal movimento popolare “Marcha Patriótica”, gruppo liderato dall’ex-senatore Piedad Córdoba, ma in seguito si sono aggiunti tanti altri gruppi del paese, ed anche il Presidente Juan Manuel Santos, che era accompagnato dai capi militari. 
Ci sono stati anche adesioni internazionali, come da parte dell' Ambasciatrice della UE nella Colombia, Tanya Van Gool, o il Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, José Miguel Insulza, CHE ha detto che questa manifestazione era “un’opportunità per la riconciliazione del paese”.



Ma ci sono stati grandi assenti come l’ex Presidente della Colombia Álvaro Uribe (presidente dal 2002-2010), che ha fatto un appello per non partecipare nella manifestazione affermando che era stata organizzata dalle Farc. La posizione di Uribe, ultraconservatore, ha puntato sempre sulla soluzione militare del conflitto, ma durante i suoi mandati presidenziali ha ottenuto scarsi risultati e tantissimi morti. L’attuale Presidente Santos fu ministro della Difesa del governo di Uribe (2006- 2009) ed uno degli  artefici della “mano dura” contro la guerriglia. Ma nel periodo Uribe si sono creati anche i cosidetti “falsi positivi”, cioè,  giovani innocenti che erano travestiti da guerriglieri dalle forze di sicurezza dello Stato  e venivano poi assassinati.
Anche il Procuratore Generale dello Stato, Alejandro Ordóñez, non ha partecipato ha dichiarato che marcie come questa “non hanno effetto sui gruppi illegali come le Farc".




Al di là dei “punti” che ha guadagnato il Presidente Santos con la sua presenza, perché l’anno prossimo ci saranno le elezioni generali in Colombia, la marcia ha messo insieme alle vittime di ogni tipo di violenza: dai contadini che hanno dovuto abbandonare le loro terre per la violenza dei paramilitari, alle madri dei “falsi positivi”, ai famigliari dei membri dell’esercito colombiano morti negli scontri con la guerriglia.  Sono arrivati fino a Bogotá con tantissimi autobus molte persone prevenienti da tutte le regioni del paese, che hanno chiesto la fine della violenza e hanno mostrato il loro desiderio di pace.
La Colombia ha una guerra interna che dura più di cinquant' anni e la violenza è presente dappertutto: le famiglie soffrono ancora la morte dei propri figli, lo stupro delle figlie, la campagna è distrutta, ed anche gli indigeni hanno sofferto tantissimo.
 Sulla carrera séptima, una delle vie principali della città, c’erano grandi manifesti che aiutavano a capire la magnitudine del conflitto: “vogliamo costruire la prima generazione di Pace della nostra storia”, “a Bogotá ci sono più di 90.000 famiglie sfollate per il conflitto armato interno”, dicevano due di loro.
Il sindaco della capitale, l’ex guerrigliero Gustavo Petro, era entusiasta e dal palco  diceva che questa era la Marcia per la Pace più grande della storia del paese.



La marcia è stata una grande festa, una marea umana dipinta di bianco, tutto il mondo portava magliette bianche, come il colore della pace con vistose scritte inneggianti alla pace. Molti gruppi erano accompagnati da suonatori di tamburi e di altri istrumenti,  marciando  fino alla Piazza Bolivar. Molti slogan in appoggio ai colloqui in corso a L'Avana. 
Contadini, gruppi di donne, cittadini della classe più umile,  indigeni, studenti... tutti dicono basta alla violenza e desiderano che il futuro della Colombia sia di pace e basato sulla riconciliazione di tutti i colombiani.
La manifestazione ha commemorato anche il 65º anniversario dell’omicidio di Jorge Eliécer Gaitán, politico liberale candidato alla presidenza della Repubblica, che scatenò un periodo do violenza nella storia della Colombia, chiamato il Bogotazo.