La carambola è un frutto tropicale molto originale, ha un aspetto
particolare, con forma di stella a cinque punte. La buccia è di colore giallo
chiaro ed ha una profumazione intensa. La polpa all’interno è croccante e succosa, dal sapore
rinfrescante e gradevolmente asprigno. La Carambola è ricca di acqua e povera
di calorie, ha vitamine A e C e proprietà lassative, e contiene elementi
minerali come il potassio, che è utile per la sintesi delle proteine muscolari
e l’idratazione cellulare.
Nel
fine settimana ho visitato il Museo dell'Oro, dove c’è una mostra sulla storia
dell’oro ed altri metalli delle società preispaniche che abitavano nell’attuale
territorio della Colombia. Cioè, pezzi meravigliosi che i conquistatori
spagnoli non sono riusciti a portarsi via...
La
collezione è iniziata nel 1940, dopo di che i governi colombiani hanno iniziato
a legiferare per proteggere il grande tesoro archeologico che ha il paese, per
evitare i furti e la vendita illegale di questi tesori. Il Museo attuale è
stato ristrutturato nel 2008 ed è tenuto molto bene.
Il museo offre ai turisti un'incredibile
collezione di quasi 34 mila pezzi di oro e tumbaga, (il nome dato dai
conquistadores spagnoli ad una lega di oro e rame), e tanti altri oggetti in
ceramica, pietra, conchiglia o strumenti musicali. La visita inizia dalla sala
dove viene spiegato come si lavoravano i metalli: è veramente incredibile la
capacità e abilità che avevano gli orafi 2500 anni fa, utilizzando soltanto i
materiali che trovavano nella natura.
Poi, c’è la sala “la gente e l’oro nella
Colombia Preispanica”, che ospita molti articoli appartenenti a diverse culture
indigene colombiane di regioni quali Calima, Muisca, Nariño, Quimbayá, Sinú,
Tairona, San Agustín, Tierradentro e Tolima.
Al terzo piano (in Italia sarebbe il secondo,
ma qui il piano terra è nominato come “primo piano”) c’è la sala acorazzada
dove dicono che ci siano gli articoli più preziosi, ma a me tutto il museo
sembra 'prezioso'. “Cosmologia e simbolismo”
è il nome di questo spazio, qui trovi tanti articoli legati alle pratiche degli
sciamani, e hanno un significato indecifrabile. Tante volte sono stati proprio
gli attuali indigeni a dare agli storici una spiegazione del significato di
quelle figurine, dato che molti di loro hanno ancora un legame con i loro
antenati.
Questo piano ha un'altra sala, chiusa, in
penombra, dove c’è un’animazione del volo degli sciamani, il senso religioso
che unisce il cielo e la terra. Al centro della stanza, c’è una “Balsa Muisca”
che simbolizza la cerimonia di “El Dorado”, dove lo sciamano o il cacicco
promuovevano l’equilibrio del mondo.
E per finire c’è la sala da “esplorare”, uno
spazio didattico con documentari, pannelli e un grande tappeto con la mappa del
paese, dove ho trovato vari paesi con il nome di Florencia (Firenze), Pamplona
o Madrid...
Non è difficile immaginare come i conquistatori spagnoli rimanessero
senza fiato nel vedere gli abitanti di questo paese con tanti gioielli d’oro:
l’avarizia e l’avidità hanno sporcato quell’oro con il sangue delle uccisioni e
con lo sterminio degli indiani. La ricerca di “El Dorado” è un esempio di come
l’oro era un'ossessione e ancora di più il presenziare eventi come questo:
(*narrazione originale di Juan Rodríguez Freyle, del 1636):
"En aquella laguna de Guatavita se hacía una
gran balsa de juncos y aderezábanla lo más vistoso que podían...A este tiempo
estaba toda la laguna coronada de indios y encendida por toda la
circunferencia, los indios e indias todos coronados de oro, plumas y
chagualas... Desnudaban al heredero (...) y lo untaban con una liga pegajosa, y
rociaban todo con oro en polvo, de manera que iba todo cubierto de ese metal.
Metíanlo en la balsa, en la cual iba parado, y a los pies le ponían un gran
montón de oro y esmeraldas para que ofreciese a su dios. Entraban con él en la
barca cuatro caciques, los más principales, aderezados de plumería, coronas,
brazaletes, chagualas y orejeras de oro, y también desnudos... Hacía el indio
dorado su ofrecimiento echando todo el oro y esmeraldas que llevaba a los pies
en medio de la laguna, seguíanse luego los demás caciques que le acompañaban.
Concluida la ceremonia batían las banderas... Y partiendo la balsa a la tierra
comenzaba la grita... Con corros de bailes y danzas a su modo. Con la cual
ceremonia quedaba reconocido el nuevo electo por señor y príncipe".
Nel lago di Guatavita si possono ancora vedere
le prove di ciò che hanno fatto gli spagnoli, alla fine del secolo XVI, nel
tentativo di drenarlo per trovare i tesori nel fondo.
La conquista e la ricerca di El Dorado non è
finita con l’Indipendenza della Colombia, nel 1819. Lo sfruttamento delle
risorse naturali continua, adesso ci sono le grandi aziende minerarie canadesi
ed inglesi che, con l’aiuto del governo colombiano, stanno distruggendo gli
ecosistemi, portando all'estinzione tantissime specie animali e vegetali
e cacciando via gli indigeni dai loro territori, spesso anche con la forza e
arrivando talvolta agli omicidi.
Questa settimana c’era un articolo sulla stampa
sulla decisione del Ministero delle Miniere e dell’Energia di non dare la
denominazione di “Ramsar” (spazio naturale protetto e senza attività
mineraria), alla zona di Estrella Fluvial de Inirida, Est della Colombia. Dal
2004 il WWF, la Corporación Autónoma para el Desarrollo Sostenible del Norte y
Oriete Amazónico e le comunità indigene chiedono il riconoscimento di questo
territorio come zona Ramsar, anche perché è il luogo in cui si uniscono quattro fiumi (Inirida e
Guaviare, e Atabapo ed Alto Orinoco) e ci sono tante zone umide con 15 comunità
indigene, minacciate dall'attività mineraria illegale.
L’area è vasta 253 000 ettari e ha tutti i
requisiti per ottenere il riconoscimento di Ramsar, ma c'è un “piccolo”
problema: è una zona molto ricca. Ha tanti minerali: oro, platino, fosforo,
carbone e una star... coltan!! (tantalite) Così, il Ministero sta dando più
importanza alle aziende minerarie che al Ramsar. Non dobbiamo dimenticare che
la Colombia è un paese minerario, per esempio, qui c’è la miniera a cielo
aperto più grande del mondo, a Cerrejón, vasta 69.900 ettari.
Ancora non conosco tante cose di questo paese
né del mondo delle miniere, ma anche così mi permetto di criticare le attività
di sfruttamento dell'ambiente, attività che, con l’appoggio della legislazione
dello stesso paese, stanno causando lo
sterminio delle comunità indigene e delle loro culture.
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