Qualche mese fa
sono andata a Lima, dove ho trovato questo mais che non avevo mai visto prima:
il mais viola scuro, che si coltiva solamente nella Cordigliera delle Ande, in
Perù, in Bolivia e in Argentina. Il suo consumo risale all'epoca precedente
agli Inca, ma sono stati proprio loro a lasciare le prove del suo uso con le
decorazioni del mais sulle ceramiche. Il colore viola, presente sia nei chicchi che nella corona, è
dovuto a un colorante naturale molto buono per la salute, (il nome scientifico
è Cianin-3-glucosa) ricco di antiossidanti e con molte proprietà medicinali,
aiuta a ridurre il colesterolo, a mantenere la pressione bassa ed contribuisce a combattere l’obesità
e il diabete.
Mais viola |
Con questo mais
viola si fa la “chicha morada”, una bevanda tipica del Perù , che è molto
rinfrescante. Si prepara tradizionalmente nella seguente maniera: si fa bollire
il mais "morado" in acqua con scorza di ananas, mela cotogna, un
pizzico di cannella e chiodi di garofano. Si scola e si lascia raffreddare per
poi aggiungere zucchero e limone.
Chicha |
Il viaggio in
aereo da Bogotá a Lima è veramente
spettacolare. Inizia con una visione
panoramica sui Nevados colombiani, dove ci sono alcuni vulcani attivi e
il fumo che sale al cielo sembra contribuire alla formazione delle nubi. La
cordigliera delle Ande corre parallela alla rotta aerea fino a quando non si
sorvola l' Amazzonia. È impressionante vedere la quantità di fiumi che ci sono
e soprattutto l’immenso tappeto verde che è solo interrotto dai corsi d' acqua.
Non si vedono né strade, né città, nulla. Soltanto alberi. 100% selva. E
più tardi inizia un nuovo cambio, tornano le montagne e si passa vicinissimo all' imponente Huascaran (6.768
m).
Visitare Lima
aiuta astimolare l'appetito in un paese realmente affascinante. E ancora di più se la città ti
riceve con un tempo splendido ed un sole che normalmente non si fa vedere.
Ho approfittato
della giornata per affittare una bicicletta (http://www.biketoursoflima.com/) e fare un giro per i quartieri di
Miraflores, Barranco, San Isidro e Chorrillos. Per la prima volta in vita mia
ho visto l’immenso Oceano Pacifico, che in questa zona si caratterizza per la
presenza della corrente di Humboldt, un flusso di acque fredde che arrivano
direttamente dall’Antartide.
Il centro di Lima
invece l'ho girato a piedi. La Plaza de Armas è molto spettacolare, con quel
barocco spagnolo presente dappertutto: dalle chiese dei diversi ordini
religiosi, ai palazzi e alle case coloniali. La quantità di librerie e di
piccoli bar... semplicemente bella. La città dei Re”, come l' ha battezzata
Pizarro, (i cui resti mortali vanno e vengono per la città) tante volte
distrutta e rinata e che ha tanti segreti nascosti in ogni angolo per il
passaggio di tante culture diverse. Ed è piena di contrasti, dalla povertà dei
quartieri popolari dove il deserto che circonda la città riempie le strade di
sabbia e dove appena ci sono alberi, alla ricca vita di Miraflores o San
Isidro, con i loro giardini colorati.
La gastronomia in
Perù merita un discorso a parte. Il paese ha una riconosciuta fama a livello
internazionale. Ha molti e buoni ristoranti di “haute cuisine”, e il menù è
molto vario. Dal tradizionale ceviche-cebiche-seviche o come si vuole
chiamare, ai frutti di mare, passando per i dolci o per la famosa “causa limeña”
preparata con patate farinose, limoni, cipolle, uova sode, olive nere,
peperoncini freschi, formaggio fresco, ají e sale.
In Perù la
presenza italiana risale al XVI secolo, quando la corona spagnola aveva stretto
accordi con alcuni stati italiani e partivano per l’America sopratutto marinai,
pescatori e preti. Poco a poco, la comunità italiana iniziò ad aprire negozi, a
darsi al commercio e a creare industrie tessili. I cognomi italiani si sono
"spagnolizzati" ma si può ancora capire come siano stati una presenza
importante nella storia del paese. I primi pompieri del paese, per
esempio, erano italiani e tuttora la
stazione centrale dei pompieri si chiama “Garibaldi”. (www.peruan-ita.org/bomberos/mejia.htm).
La ricchezza della
gastronomia peruviana è dovuta, tra le altre cose, al fatto di lasciare entrare
i piatti stranieri che hanno portato in Perú i diversi popoli che sono arrivati
qui. Dai “potajes” spagnoli ai piatti degli schiavi africani e alle ricette
degli immigrati del XIX secolo, italiani, giapponesi e cinesi. Il riso “chufa”,
per esempio, è un piatto che i cinesi hanno adattato al Perù. Si tratta di riso
fritto con verdure, carne e frittata, e poi il tutto viene ripassato nel wok.
Per accompagnare e valorizzare la cucina
peruviana la cosa migliore è farsi servire un buon bicchiere di pisco.