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venerdì 8 marzo 2013

Succo di Carambola e Museo dell'Oro

La carambola è un frutto tropicale molto originale, ha un aspetto particolare, con forma di stella a cinque punte. La buccia è di colore giallo chiaro ed ha una profumazione intensa. La polpa all’interno è croccante e succosa, dal sapore rinfrescante e gradevolmente asprigno. La Carambola è ricca di acqua e povera di calorie, ha vitamine A e C e proprietà lassative, e contiene elementi minerali come il potassio, che è utile per la sintesi delle proteine muscolari e l’idratazione cellulare.



Nel fine settimana ho visitato il Museo dell'Oro, dove c’è una mostra sulla storia dell’oro ed altri metalli delle società preispaniche che abitavano nell’attuale territorio della Colombia. Cioè, pezzi meravigliosi che i conquistatori spagnoli non sono riusciti a portarsi via...
La collezione è iniziata nel 1940, dopo di che i governi colombiani hanno iniziato a legiferare per proteggere il grande tesoro archeologico che ha il paese, per evitare i furti e la vendita illegale di questi tesori. Il Museo attuale è stato ristrutturato nel 2008 ed è tenuto molto bene.
Il museo offre ai turisti un'incredibile collezione di quasi 34 mila pezzi di oro e tumbaga, (il nome dato dai conquistadores spagnoli ad una lega di oro e rame), e tanti altri oggetti in ceramica, pietra, conchiglia o strumenti musicali. La visita inizia dalla sala dove viene spiegato come si lavoravano i metalli: è veramente incredibile la capacità e abilità che avevano gli orafi 2500 anni fa, utilizzando soltanto i materiali che trovavano nella natura.
Poi, c’è la sala “la gente e l’oro nella Colombia Preispanica”, che ospita molti articoli appartenenti a diverse culture indigene colombiane di regioni quali Calima, Muisca, Nariño, Quimbayá, Sinú, Tairona, San Agustín, Tierradentro e Tolima.


Al terzo piano (in Italia sarebbe il secondo, ma qui il piano terra è nominato come “primo piano”) c’è la sala acorazzada dove dicono che ci siano gli articoli più preziosi, ma a me tutto il museo sembra  'prezioso'. “Cosmologia e simbolismo” è il nome di questo spazio, qui trovi tanti articoli legati alle pratiche degli sciamani, e hanno un significato indecifrabile. Tante volte sono stati proprio gli attuali indigeni a dare agli storici una spiegazione del significato di quelle figurine, dato che molti di loro hanno ancora un legame con i loro antenati.
Questo piano ha un'altra sala, chiusa, in penombra, dove c’è un’animazione del volo degli sciamani, il senso religioso che unisce il cielo e la terra. Al centro della stanza, c’è una “Balsa Muisca” che simbolizza la cerimonia di “El Dorado”, dove lo sciamano o il cacicco promuovevano l’equilibrio del mondo.
E per finire c’è la sala da “esplorare”, uno spazio didattico con documentari, pannelli e un grande tappeto con la mappa del paese, dove ho trovato vari paesi con il nome di Florencia (Firenze), Pamplona o Madrid...
Non è difficile immaginare come i conquistatori spagnoli rimanessero senza fiato nel vedere gli abitanti di questo paese con tanti gioielli d’oro: l’avarizia e l’avidità hanno sporcato quell’oro con il sangue delle uccisioni e con lo sterminio degli indiani. La ricerca di “El Dorado” è un esempio di come l’oro era un'ossessione e ancora di più il presenziare eventi come questo: (*narrazione originale di Juan Rodríguez Freyle, del 1636):
"En aquella laguna de Guatavita se hacía una gran balsa de juncos y aderezábanla lo más vistoso que podían...A este tiempo estaba toda la laguna coronada de indios y encendida por toda la circunferencia, los indios e indias todos coronados de oro, plumas y chagualas... Desnudaban al heredero (...) y lo untaban con una liga pegajosa, y rociaban todo con oro en polvo, de manera que iba todo cubierto de ese metal. Metíanlo en la balsa, en la cual iba parado, y a los pies le ponían un gran montón de oro y esmeraldas para que ofreciese a su dios. Entraban con él en la barca cuatro caciques, los más principales, aderezados de plumería, coronas, brazaletes, chagualas y orejeras de oro, y también desnudos... Hacía el indio dorado su ofrecimiento echando todo el oro y esmeraldas que llevaba a los pies en medio de la laguna, seguíanse luego los demás caciques que le acompañaban. Concluida la ceremonia batían las banderas... Y partiendo la balsa a la tierra comenzaba la grita... Con corros de bailes y danzas a su modo. Con la cual ceremonia quedaba reconocido el nuevo electo por señor y príncipe".




Nel lago di Guatavita si possono ancora vedere le prove di ciò che hanno fatto gli spagnoli, alla fine del secolo XVI, nel tentativo di drenarlo per trovare i tesori nel fondo.

La conquista e la ricerca di El Dorado non è finita con l’Indipendenza della Colombia, nel 1819. Lo sfruttamento delle risorse naturali continua, adesso ci sono le grandi aziende minerarie canadesi ed inglesi che, con l’aiuto del governo colombiano, stanno distruggendo gli ecosistemi, portando all'estinzione tantissime specie animali e vegetali e cacciando via gli indigeni dai loro territori, spesso anche con la forza e arrivando talvolta agli omicidi.
Questa settimana c’era un articolo sulla stampa sulla decisione del Ministero delle Miniere e dell’Energia di non dare la denominazione di “Ramsar” (spazio naturale protetto e senza attività mineraria), alla zona di Estrella Fluvial de Inirida, Est della Colombia. Dal 2004 il WWF, la Corporación Autónoma para el Desarrollo Sostenible del Norte y Oriete Amazónico e le comunità indigene chiedono il riconoscimento di questo territorio come zona Ramsar, anche perché è il luogo  in cui si uniscono quattro fiumi (Inirida e Guaviare, e Atabapo ed Alto Orinoco) e ci sono tante zone umide con 15 comunità indigene, minacciate dall'attività mineraria illegale.
L’area è vasta 253 000 ettari e ha tutti i requisiti per ottenere il riconoscimento di Ramsar, ma c'è un “piccolo” problema: è una zona molto ricca. Ha tanti minerali: oro, platino, fosforo, carbone e una star... coltan!! (tantalite) Così, il Ministero sta dando più importanza alle aziende minerarie che al Ramsar. Non dobbiamo dimenticare che la Colombia è un paese minerario, per esempio, qui c’è la miniera a cielo aperto più grande del mondo, a Cerrejón, vasta 69.900 ettari.
Ancora non conosco tante cose di questo paese né del mondo delle miniere, ma anche così mi permetto di criticare le attività di sfruttamento dell'ambiente, attività che, con l’appoggio della legislazione dello stesso paese,  stanno causando lo sterminio delle comunità indigene e delle loro culture.




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